Fino al 31 luglio 2025 tutte le imprese che hanno maturato i 100 anni al 31 dicembre 2024 posso chiedere si essere iscritte al Registro delle Imprese Storiche italiane

Sono state riaperte le iscrizioni al Registro Imprese Storiche, iniziativa unica nel panorama internazionale, che valorizza il patrimonio imprenditoriale del nostro Paese che, fino ad oggi, ha consentito di censire oltre 2.600 imprese attive sul territorio italiano, fornendo una fotografia completa delle imprese più longeve. Per ogni impresa censita, oltre al profilo storico, che racconta la nascita e l’andamento dell’attività, all’interno del Registro si possono trovare indicazioni sulla data di avvio, la forma giuridica, la sede, il sito web, l’email e alcune preziose immagini storiche.

Grazie a queste informazioni il Registro delle Imprese Storiche riesce a dare voce e visibilità alle imprese ultracentenarie, restituendo valore alla dimensione etica sulla quale si fonda la loro lunga storia, facendo sì che siano riconosciute come un patrimonio di tutta la società.

Le domande possono essere presentate dal 1° gennaio fino al 31 luglio 2025 per tutte le imprese che avranno maturato i 100 anni al 31 dicembre 2024.
Le imprese iscritte nel Registro Nazionale delle Imprese Storiche ricevono dalle Camere di commercio l’attestato di iscrizione e si possono insignire dello speciale marchio Impresa storica d’Italia.

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All’interno della sezione è disponibile una nuova vetrina, denominata “Imprese storiche del giorno”, che ogni giorno consente di poter conoscere 12 storie di successo di aziende italiane che hanno fatto la storia del nostro Paese.

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Report di approfondimento sul Social Benchmark 2024

Nell’Unione Europea il binomio aziende – diritti umani rappresenta un tema caldo, anche per via della Direttiva sulla due diligence (CSDDD), pubblicata il 5 luglio 2024: le imprese coinvolte sono tenute a esercitare la propria vigilanza non solo sulle operazioni che gestiscono in prima persona, ma anche sulla propria catena di fornitura. Intervenendo per prevenire e affrontare eventuali violazioni. Con il rischio di pagare pesanti sanzioni in caso di inadempienza.

La World Benchmarking Alliance controlla quindi se le SDG2000 esercitano la due diligence sui diritti umani o, quanto meno, i primi step:

  • identificare,
  • monitorare,
  • agire sui propri rischi e impatti. 

L’80% deve ancora cominciare. Soltanto il 6% rispetta tutti e tre gli indicatori (soprattutto le aziende che hanno sede in Europa ed Asia orientale e che operano in settori già soggetti a un monitoraggio più stringente).
Il Social Benchmark 2024 è un report di approfondimento che fornisce un’analisi approfondita in merito alle 2.000 aziende più influenti al mondo (note anche come SDG2000*), valutandole in base alle loro prestazioni in termini di:

  • rispetto dei diritti umani,
  • fornitura e promozione di lavoro dignitoso,
  • azione etica.

attribuendo un punteggio su una scala da zero a 20: il 90% del totale, non arriva nemmeno a 10, mentre il 30% ha un punteggio che va da zero a 2.
Soltanto il 4% delle aziende monitorate garantisce il salario dignitoso (living wage). Meno dell’1% ha fissato un obiettivo specifico per il futuro e circa il 3% si sta impegnando per far sì che anche i fornitori corrispondano salari dignitosi.

Il rapporto approfondisce ulteriormente i principali risultati del benchmark, delineando le questioni chiave e gli inviti all’azione per le parti interessate. Condivide inoltre approfondimenti settoriali e regionali e descrive in dettaglio le opportunità in cui le parti interessate e le aziende possono impegnarsi e collaborare per promuovere una condotta aziendale socialmente responsabile.

In generale, le aziende del Vecchio Continente si posizionano meglio delle altre in materia di diritti umani. Il punteggio medio dell’intero campione sulle varie dimensioni monitorate, raggiunge il 23% (stessa % raggiunta anche dagli Stati Uniti), mentre l’Unione europea raggiunge il 34%. In Europa, il 10% delle imprese monitorate paga il living wage e il 12% richiede ai propri fornitori di conformarsi agli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sugli orari di lavoro. Pur sembrando percentuali contenute, sono le più alte rispetto a qualsiasi altra area geografica.

Tra i Paesi membri del G20, nei quali operano 1.491 delle 2.000 aziende monitorate, il punteggio medio è in linea con quello globale (22%). Argentina, India e Indonesia arrivano al 14%, Arabia Saudita al 10% e Cina al 4%. Al di fuori del G20, le aziende più virtuose sono collocate nel Nord Europa: Finlandia (46%), Danimarca (40%) e Svezia (38%).

Il settore dell’abbigliamento e delle calzature è quello che esce meglio dallo studio della World Benchmarking Alliance, con un punteggio medio del 33%. Potrebbe sembrare insolito, visti i casi pregressi apparsi sui media ma la spiegazione è dovuta al fatto che un brand che si rivolge a un pubblico di massa rischia di più in caso di violazioni. Perlo stesso motivo i settori dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e il retail (commercio al dettaglio) raggiungono punteggi medi rispettivamente del 30 e del 28%, anche se le performance delle aziende ICT potrebbero essere “sporcate” dalle regolamentazioni in materia di privacy e tutela dei dati, che contribuiscono alla dimensione dell’agire etico.

Di sicuro non mancano gli strumenti o le competenze per tutelare i diritti umani e per raggiungere migliori risultati in futuro.

Scarica il Social Benchmark Insights Report 2024


* Le 2.000 SDG2000, danno lavoro direttamente a un totale di 95 milioni di persone, senza contare tutte coloro che sono impiegate nella loro catena di fornitura. Complessivamente, generano ogni anno entrate pari a 45mila miliardi di dollari, cioè il 45% del prodotto interno lordo (PIL) planetario.

Codice di Condotta per i consulenti


Lo European Council Board ha pubblicato il Codice di condotta per le società di consulenza che offrano servizi alle organizzazioni che si candidano ai bandi dello European Innovation Council (EIC).

Il Consiglio dell’European Innovation Council (EIC) ha pubblicato il 6 novembre 2023 un Codice di Condotta per i consulenti (singoli o società) che offrono servizi ai partecipanti ai bandi EIC con l’obiettivo di stabilire una serie di standard minimi che gli enti di consulenza si impegnino ad applicare nei confronti dei loro clienti durante il processo di candidatura e gestione dei progetti vincitori. I principi cui si ispira il Codice sono:

  • qualità del servizio: è richiesto di non accettare lavori per i quali non si ha la necessaria competenza, di rendere noti i propri risultati conseguiti in passato, di chiarire in anticipo se e quali aspetti del lavoro saranno subappaltati;
  • trasparenza ed etica sono richieste nell’evitare conflitti di interesse (inclusa la simultanea consulenza prestata a clienti in diretta concorrenza), nella gestione dei dati dei clienti, nell’utilizzo di intelligenza artificiale e nel rispetto della confidenzialità. Al consulente è richiesto di consentire la ricerca e verifica di informazioni da parte del cliente tramite accesso a tutti i siti e i dati relativi alla propria proposta, la consultazione dei Punti di Contatto Nazionali (NCPs) e dell’Enterprise Europe Network (EEN). Infine, è richiesta trasparenza sui costi e sulle possibilità di successo della proposta;
  • responsabilità sociale e ambientale,
  • onesta competizione.

Il consulente è ritenuto responsabile della qualità e del rispetto del Codice, del servizio fornito direttamente e subappaltato. L’adesione al Codice, redatto previa consultazione pubblica e confronto con gli stakeholder, è su base volontaria. Tuttavia, i consulenti sono caldamente invitati ad aderirvi, a condividere il Codice con i propri clienti e promuoverne il supporto nel proprio sito web, tramite apposito logo (etichetta).

Leggi il Codice di condotta
Scarica l’etichetta EIC

5 novembre 2021: scadenza per la presentazione delle candidature alla XIX^ edizione del “Premio SOCIALIS” (per tesi di laurea)


Il Premio Socialis rappresenta  il primo e più longevo riconoscimento italiano per le migliori tesi di laurea sulla CSR e la sostenibilità realizzate da studenti delle Università di tutta Italia.

Il Bando della 19^ edizione del Premio è rivolto ai laureati (triennale, magistrale e dottorato) di tutte le Università, italiane ed estere, senza limiti di età, che abbiano discusso una tesi, a partire dal 1° gennaio 2018.

A titolo di esempio le tesi candidate al premio potranno riguarda i seguenti argomenti:

  • CSR,
  • ESG,
  • corporate governance,
  • codici etici,
  • metodologie di rendicontazione e di valutazione,
  • bilancio sociale e di sostenibilità,
  • economia circolare,
  • rapporti tra profit e non profit,
  • stakeholder engagement,
  • fundraising,
  • Pubblica Amministrazione e servizi al cittadino,
  • risparmio delle risorse,
  • impegno nei confronti dei dipendenti,
  • marketing sociale,
  • formazione per la CSR,
  • cultura di gestione delle organizzazioni complesse.

La partecipazione è gratuita e sono ammesse tesi di laurea in lingua inglese. Le candidature, dovranno pervenire alla Segreteria Organizzativa, ai recapiti indicati nel Bando, entro e non oltre il 5 novembre 2021.
Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione sono disponibili nel Bando

Due parole in più… in tema di CSR

Approfondimenti tematici dello Sportello CSR e Ambiente

La mission e la curiosità nell’apprendere ed approfondire alcune tematiche che caratterizzano l’operato dello Sportello CSR e Ambiente della Camera di commercio di Treviso – Belluno, negli anni di attività, hanno portato alla realizzazione di alcuni documenti, che si rendono disponibili, a seguire, in ordine di pubblicazione.
Buona lettura!

Due parole in più… in tema di Ambiente

Approfondimenti tematici dello Sportello CSR e Ambiente

La mission e la curiosità nell’apprendere ed approfondire alcune tematiche che caratterizzano l’operato dello Sportello CSR e Ambiente della Camera di commercio di Treviso – Belluno, negli anni di attività, hanno portato alla realizzazione di alcuni documenti, che si rendono disponibili, a seguire, in ordine di pubblicazione.
Buona lettura!

Il Codice italiano pagamenti responsabili, come strumento di trasparenza ed etica


Nato da un’iniziativa Assolombarda e successivamente recepito da Confindustria su base nazionale, il Codice italiano pagamenti responsabili (un modello vincente all’estero, ispirato all’iniziativa del Prompt Payment Code britannico e fortemente sponsorizzata dal Governo inglese e da CBI, Confederation of British Industry) disponibile da settembre 2015, è uno strumento volontario finalizzato a stabilire tra fornitori e clienti delle prassi trasparenti ed efficienti nei pagamenti, con rispetto dei termini contrattuali pattuiti e promuovere una cultura dei pagamenti rapidi.

Il Codice non impone specifici tempi massimi di pagamento (fermo restando, come indicazione generale, l’auspicio della direttiva 2011/7/UE “late payments” che i tempi di pagamento tra imprese non superino i 60 giorni) ma risponde al suggerimento del Legislatore comunitario di incoraggiare la creazione di codici di pagamento rapido.  
Possono aderire al Codice: imprese private, imprese pubbliche, organizzazioni non profit e PA. L’adesione consente l’utilizzo del marchio “CPR” che segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

La diffusione di tali pratiche può contribuire a:

  • migliorare la reputazione delle imprese nei mercati, nazionali e internazionali,
  • rafforzandone la competitività,
  • garantire tempi contrattuali congrui e pagamenti puntuali,
  • garantire un impegno al rispetto di tempi e le modalità di pagamento pattuiti con i fornitori.

Per maggiori informazioni clicca qui