Report di approfondimento sul Social Benchmark 2024

Nell’Unione Europea il binomio aziende – diritti umani rappresenta un tema caldo, anche per via della Direttiva sulla due diligence (CSDDD), pubblicata il 5 luglio 2024: le imprese coinvolte sono tenute a esercitare la propria vigilanza non solo sulle operazioni che gestiscono in prima persona, ma anche sulla propria catena di fornitura. Intervenendo per prevenire e affrontare eventuali violazioni. Con il rischio di pagare pesanti sanzioni in caso di inadempienza.

La World Benchmarking Alliance controlla quindi se le SDG2000 esercitano la due diligence sui diritti umani o, quanto meno, i primi step:

  • identificare,
  • monitorare,
  • agire sui propri rischi e impatti. 

L’80% deve ancora cominciare. Soltanto il 6% rispetta tutti e tre gli indicatori (soprattutto le aziende che hanno sede in Europa ed Asia orientale e che operano in settori già soggetti a un monitoraggio più stringente).
Il Social Benchmark 2024 è un report di approfondimento che fornisce un’analisi approfondita in merito alle 2.000 aziende più influenti al mondo (note anche come SDG2000*), valutandole in base alle loro prestazioni in termini di:

  • rispetto dei diritti umani,
  • fornitura e promozione di lavoro dignitoso,
  • azione etica.

attribuendo un punteggio su una scala da zero a 20: il 90% del totale, non arriva nemmeno a 10, mentre il 30% ha un punteggio che va da zero a 2.
Soltanto il 4% delle aziende monitorate garantisce il salario dignitoso (living wage). Meno dell’1% ha fissato un obiettivo specifico per il futuro e circa il 3% si sta impegnando per far sì che anche i fornitori corrispondano salari dignitosi.

Il rapporto approfondisce ulteriormente i principali risultati del benchmark, delineando le questioni chiave e gli inviti all’azione per le parti interessate. Condivide inoltre approfondimenti settoriali e regionali e descrive in dettaglio le opportunità in cui le parti interessate e le aziende possono impegnarsi e collaborare per promuovere una condotta aziendale socialmente responsabile.

In generale, le aziende del Vecchio Continente si posizionano meglio delle altre in materia di diritti umani. Il punteggio medio dell’intero campione sulle varie dimensioni monitorate, raggiunge il 23% (stessa % raggiunta anche dagli Stati Uniti), mentre l’Unione europea raggiunge il 34%. In Europa, il 10% delle imprese monitorate paga il living wage e il 12% richiede ai propri fornitori di conformarsi agli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sugli orari di lavoro. Pur sembrando percentuali contenute, sono le più alte rispetto a qualsiasi altra area geografica.

Tra i Paesi membri del G20, nei quali operano 1.491 delle 2.000 aziende monitorate, il punteggio medio è in linea con quello globale (22%). Argentina, India e Indonesia arrivano al 14%, Arabia Saudita al 10% e Cina al 4%. Al di fuori del G20, le aziende più virtuose sono collocate nel Nord Europa: Finlandia (46%), Danimarca (40%) e Svezia (38%).

Il settore dell’abbigliamento e delle calzature è quello che esce meglio dallo studio della World Benchmarking Alliance, con un punteggio medio del 33%. Potrebbe sembrare insolito, visti i casi pregressi apparsi sui media ma la spiegazione è dovuta al fatto che un brand che si rivolge a un pubblico di massa rischia di più in caso di violazioni. Perlo stesso motivo i settori dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e il retail (commercio al dettaglio) raggiungono punteggi medi rispettivamente del 30 e del 28%, anche se le performance delle aziende ICT potrebbero essere “sporcate” dalle regolamentazioni in materia di privacy e tutela dei dati, che contribuiscono alla dimensione dell’agire etico.

Di sicuro non mancano gli strumenti o le competenze per tutelare i diritti umani e per raggiungere migliori risultati in futuro.

Scarica il Social Benchmark Insights Report 2024


* Le 2.000 SDG2000, danno lavoro direttamente a un totale di 95 milioni di persone, senza contare tutte coloro che sono impiegate nella loro catena di fornitura. Complessivamente, generano ogni anno entrate pari a 45mila miliardi di dollari, cioè il 45% del prodotto interno lordo (PIL) planetario.