Tool per servizi e mercati digitali migliori: la Commissione europea ha annunciato il lancio di tre tool per segnalare violazioni


La Commissione europea ha annunciato il lancio di due tool per consentire a chiunque di segnalare le violazioni, rispettivamente, del e Digital Markets Act (DMA). La legge sui servizi digitali – Digital Services Act (DSA) – si propone di creare un ambiente online più sicuro ed equo, affrontando problematiche legate a contenuti illegali, incitamento all’odio e disinformazione, e promuovendo al contempo trasparenza e responsabilità nel mercato digitale dell’UE. Il regolamento garantisce l’accesso ai dati chiave per le autorità e i ricercatori, e obbliga le piattaforme online di dimensioni molto grandi (VLOP) e i motori di ricerca (VLOSE) con più di 45 milioni di utenti a valutare e mitigare i rischi sistemici online. Per rafforzare l’impatto della norma, sono stati creati degli appositi tool:

  1. il DSA Whistleblower Tool, consente alle persone con informazioni privilegiate di inviarle anonimamente in qualsiasi lingua ufficiale dell’UE.
  2. il DMA Whistelblower Tool, qualora le informazioni in possesso riguardino pratiche anticoncorrenziali da parte di piattaforme “gatekeeper”, quindi relative a violazioni del Digital Markets Act. Con il DMA, l’Unione Europea vuole contribuire allo sviluppo di mercati aperti e competitivi nel settore digitale sia per gli utenti commerciali che per gli utenti finali. Le conoscenze interne possono essere elementi fondamentali per aiutare la Commissione europea, che è garante dell’applicazione della legge, a individuare più rapidamente comportamenti illeciti.
  3. Se, infine, le informazioni riguardano pratiche che possono destare preoccupazioni ai sensi delle norme sulla concorrenza dell’UE, un terzo tool europeo, a disposizione dei cittadini.

Codice di Condotta per i consulenti


Lo European Council Board ha pubblicato il Codice di condotta per le società di consulenza che offrano servizi alle organizzazioni che si candidano ai bandi dello European Innovation Council (EIC).

Il Consiglio dell’European Innovation Council (EIC) ha pubblicato il 6 novembre 2023 un Codice di Condotta per i consulenti (singoli o società) che offrono servizi ai partecipanti ai bandi EIC con l’obiettivo di stabilire una serie di standard minimi che gli enti di consulenza si impegnino ad applicare nei confronti dei loro clienti durante il processo di candidatura e gestione dei progetti vincitori. I principi cui si ispira il Codice sono:

  • qualità del servizio: è richiesto di non accettare lavori per i quali non si ha la necessaria competenza, di rendere noti i propri risultati conseguiti in passato, di chiarire in anticipo se e quali aspetti del lavoro saranno subappaltati;
  • trasparenza ed etica sono richieste nell’evitare conflitti di interesse (inclusa la simultanea consulenza prestata a clienti in diretta concorrenza), nella gestione dei dati dei clienti, nell’utilizzo di intelligenza artificiale e nel rispetto della confidenzialità. Al consulente è richiesto di consentire la ricerca e verifica di informazioni da parte del cliente tramite accesso a tutti i siti e i dati relativi alla propria proposta, la consultazione dei Punti di Contatto Nazionali (NCPs) e dell’Enterprise Europe Network (EEN). Infine, è richiesta trasparenza sui costi e sulle possibilità di successo della proposta;
  • responsabilità sociale e ambientale,
  • onesta competizione.

Il consulente è ritenuto responsabile della qualità e del rispetto del Codice, del servizio fornito direttamente e subappaltato. L’adesione al Codice, redatto previa consultazione pubblica e confronto con gli stakeholder, è su base volontaria. Tuttavia, i consulenti sono caldamente invitati ad aderirvi, a condividere il Codice con i propri clienti e promuoverne il supporto nel proprio sito web, tramite apposito logo (etichetta).

Leggi il Codice di condotta
Scarica l’etichetta EIC

Customer Satisfaction 2022

Fino al 30 ottobre 2022 è possibile partecipare alla compilazione del questionario online per valutare i servizi offerti dalla Camera di commercio di Treviso-Belluno|Dolomiti

Per compilare il questionario (cliccare sull’immagine sotto riportata) ci vorranno pochi minuti e tutte le risposte rimarranno assolutamente anonime e saranno utilizzate in forma aggregata e solo per finalità statistiche.

Il questionario è diviso in più sezioni per valutare:

  • l’immagine dell’Ente;
  • i canali e la chiarezza della comunicazione;
  • i servizi offerti, anche in modalità digitale.

Per ulteriori informazioni: Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP), Comunicazione Istituzionale; e-mail: urp@tb.camcom.it

Ethical claims: le asserzioni etiche


Il tema della validazione e della verifica di asserzioni (claims) su prodotti, servizi e processi ha una storia consolidata da almeno vent’anni. Il campo d’azione degli Ethical claims consolidato è quello ambientale (ad esempio per i cosidetti GHG, GreenHouse Gases o per le EPD, Environmental Product Declaration), ma grazie alla “commissione Valutazione della conformità” è stato ulteriormente ampliato con l’adozione, anche in lingua italiana, della ISO/TS 17033.

Questo nuovo documento, ad ampissimo spettro, che si applica a prodotti, servizi e processi, nonché alle organizzazioni stesse, contiene i principi ed i requisiti per sviluppare e formulare asserzioni etiche e per fornire le informazioni di supporto, laddove non siano state sviluppate specifiche norme, o al fine di integrare norme esistenti.

La UNI ISO/TS 17033 affronta due aspetti importanti: le dichiarazioni, cioè i cosiddetti claim etici, e la trasparenza verso il mercato e i consumatori.

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Il Codice italiano pagamenti responsabili, come strumento di trasparenza ed etica


Nato da un’iniziativa Assolombarda e successivamente recepito da Confindustria su base nazionale, il Codice italiano pagamenti responsabili (un modello vincente all’estero, ispirato all’iniziativa del Prompt Payment Code britannico e fortemente sponsorizzata dal Governo inglese e da CBI, Confederation of British Industry) disponibile da settembre 2015, è uno strumento volontario finalizzato a stabilire tra fornitori e clienti delle prassi trasparenti ed efficienti nei pagamenti, con rispetto dei termini contrattuali pattuiti e promuovere una cultura dei pagamenti rapidi.

Il Codice non impone specifici tempi massimi di pagamento (fermo restando, come indicazione generale, l’auspicio della direttiva 2011/7/UE “late payments” che i tempi di pagamento tra imprese non superino i 60 giorni) ma risponde al suggerimento del Legislatore comunitario di incoraggiare la creazione di codici di pagamento rapido.  
Possono aderire al Codice: imprese private, imprese pubbliche, organizzazioni non profit e PA. L’adesione consente l’utilizzo del marchio “CPR” che segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

La diffusione di tali pratiche può contribuire a:

  • migliorare la reputazione delle imprese nei mercati, nazionali e internazionali,
  • rafforzandone la competitività,
  • garantire tempi contrattuali congrui e pagamenti puntuali,
  • garantire un impegno al rispetto di tempi e le modalità di pagamento pattuiti con i fornitori.

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