Invito a compilare la Consultazione mirata per una strategia dell’UE sul turismo sostenibile (scadenza 15 agosto)

Il Turismo ha dato prova (ad esempio resistendo alle massicce perturbazioni della pandemia di COVID-19) di essere resiliente e in grado di svolgere un ruolo fondamentale promuovendo la comprensione reciproca, la coesione sociale e territoriale e la crescita economica.
Tuttavia il settore si trova sempre più ad affrontare sfide significative, tra cui:

  • eventi meteorologici estremi,
  • uno sviluppo squilibrato,
  • pressioni economiche e sociali legate alla sua accettazione da parte delle comunità locali,
  • aumento dei costi per le imprese, i viaggiatori ed i residenti,
  • difficoltà nell’assunzione di forza lavoro e nel colmare le lacune nel settore.

Tali preoccupazioni richiedono una nuova strategia a livello dell’UE per il turismo sostenibile:

  • in linea con le priorità ed il mandato della Commissione europea, in particolare per quanto riguarda la prosperità e la competitività, sostenendo la sostenibilità, la competitività e l’innovazione del mercato unico, evidenziando i benefici sociali ed economici del turismo e le sue interconnessioni con altri settori;
  • che dovrebbe collocare l’Unione Europea come attore chiave nella definizione delle azioni politiche a livello globale;
  • che si baserà sul percorso di transizione per il turismo (TTP) e sull’agenda europea per il turismo 2030, affrontando allo stesso tempo una serie di sfide e priorità che sono diventate importanti negli ultimi anni.

Tutti i soggetti interessati possono fornire il proprio contributo per plasmare insieme il futuro del turismo dell’UE, compilando l’indagine della Commissione europea.

Compila la consultazione entro il 15 agosto 2025

Strategie UE per la resilienza


La Commissione europea sta perseguendo strategie per la resilienza delle reti elettriche e delle reti idriche.
Per quanto riguarda la prima Strategia, il blackout che ha colpito Spagna e Portogallo lo scorso 28 aprile 2025 ha evidenziato l’urgenza di potenziare le infrastrutture di stoccaggio dell’energia per garantire la stabilità e la resilienza delle reti elettriche.
Con il sostegno del Centro Comune di Ricerca (JRC), è stato quindi recentemente lanciato “l’European Energy Storage Inventory”: una piattaforma interattiva che fornisce dati in tempo quasi reale sullo stoccaggio dell’energia pulita e che rappresenta il primo tentativo a livello europeo di offrire una panoramica completa su tutte le forme di accumulo energetico sostenibile, superando le limitazioni delle banche dati esistenti.

L’inventory consente, attraverso mappe dinamiche e cruscotti interattivi:

  • di visualizzare lo stato operativo degli impianti,
  • confrontare le tecnologie disponibili,
  • analizzare la distribuzione geografica dei progetti nei vari Stati membri.

La piattaforma raccoglie dati da fonti pubbliche e private per supportare la pianificazione dei sistemi energetici, migliorare le previsioni di capacità e sviluppare strategie energetiche integrate e mette a disposizione una sezione dedicata all’esplorazione interattiva dei progetti di stoccaggio in Europa, navigabile attraverso strumenti dinamici e filtri personalizzabili (ad esempio selezionando criteri come lo stato di avanzamento, la tecnologia utilizzata, le sotto-tecnologie impiegate e altri parametri rilevanti). Inoltre, l’inventory contribuisce al lavoro del Clean Energy Technology Observatory, un’iniziativa della Commissione europea che monitora le attività di ricerca e innovazione nel settore delle tecnologie energetiche pulite, fornendo analisi strategiche per sostenere le politiche dell’UE in materia di energia e clima. L’European Energy Storage Inventory rappresenta uno strumento fondamentale per pianificare e implementare soluzioni di accumulo adeguate, prevenendo futuri disservizi e sostenendo la transizione energetica dell’UE.

Utilizza l’European Energy Storage Inventory

La Strategia europea per la resilienza idrica, pubblicata dalla Commissione europea il 3 giugno, rappresenta invece una risposta urgente e strutturata alla crescente scarsità e insicurezza dell’acqua nell’UE, dove oltre il 34% del territorio è soggetto a stress idrico.

La Strategia mira a:

  • ripristinare il ciclo dell’acqua,
  • rafforzare la competitività economica,
  • garantire acqua pulita e accessibile,
  • promuove la digitalizzazione della gestione idrica con un Action Plan sull’uso dell’IA e un hub tematico Copernicus per facilitare l’uso dei dati satellitari,
  • proporre l’integrazione del consumo idrico tra i criteri ambientali rilevanti per la sostenibilità dei prodotti, in particolare nel contesto del nuovo Regolamento Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR)*.

Sul fronte degli investimenti, sarà avviato nel 2026 un Acceleratore per gli investimenti nella resilienza idrica e verrà lanciato un programma congiunto con la BEI per mobilitare oltre 15 miliardi di euro in progetti idrici.

Annunciata anche la creazione della European Water Academy (EWA), guidata dal JRC, con l’obiettivo di colmare le lacune di competenze nel settore idrico attraverso formazione avanzata, innovazione e collaborazione tra attori pubblici e privati. L’EWA promuoverà lo sviluppo di tecnologie per il riuso dell’acqua, la desalinizzazione, l’irrigazione di precisione e la protezione delle infrastrutture critiche.

Scarica la Strategia europea per la resilienza idrica


(*) Questo significherebbe che in futuro il water footprint, cioè l’impronta idrica complessiva di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, potrebbe essere inclusa nel passaporto digitale dei prodotti, insieme ad altri parametri ambientali come l’efficienza energetica e la durabilità.

La Bussola per la competitività: la strategia della Commissione Europea


La Commissione UE ha presentato la strategia dell’esecutivo europeo (il Competitiveness Compass) per dare slancio al sistema produttivo europeo soprattutto nei settori economici a più alta intensità tecnologica così da poter confrontarsi in modo più paritario, principalmente rispetto a Stati Uniti e Cina, snellendo la burocrazia, attuando un regime giuridico unico in modo da semplificare la vita alle imprese e razionalizzando i finanziamenti, anche grazie alla creazione di un fondo per la competitività.

Riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 e neutralità carbonica al 2050 rimangono gli obiettivi ambiziosi dell’UE, ai quali – partendo dalle indicazioni del Rapporto Draghi – si aggiungono una serie di proposte che puntano ridurre la dipendenza dai Paesi extra Ue nei settori strategici e fanno riferimento a 3 pilastri:

  1. spingere sull’innovazione tecnologica per stare al passo con i competitor globali;
  2. decarbonizzare l’industria, anche i settori hard to abate, senza compromettere la crescita;
  3. garantire una maggiore sicurezza diversificando le catene di approvvigionamento soprattutto sulle materie prime strategiche.

Tra le prime misure previste dal cronoprogramma che accompagna la strategia, per il 2025 rientrano:

  • un intervento per favorire la nascita di gigafactories per l’IA in Europa;
  • un piano per diminuire i prezzi dell’energia. Elemento essenziale del piano saranno gli investimenti sulle reti elettriche continentali per accompagnare il progresso verso un sistema energetico a zero emissioni nette, ridurre i rischi di limitazione delle energie rinnovabili e sfruttare i vantaggi del mercato unico dell’energia;
  • la creazione di una piattaforma per gli acquisti comuni di materie prime critiche, fondamentali per le due transizioni ecologica e digitale;
  • la strategia per la water resilience;
  • un aggiornamento della legge sul clima.

Scarica il Competitiveness Compass  

Corso marketing strategico e web marketing internazionale

La Camera di Commercio di Treviso – Belluno propone un percorso formativo sui temi del MARKETING STRATEGICO e WEB MARKETING INTERNAZIONALE allo scopo di fornire le competenze necessarie per pianificare programmi di sviluppo internazionale della propria impresa.
Il percorso formativo si terrà in presenza presso la sede camerale di Treviso ed è articolato in tre incontri riguardanti sia il marketing strategico che il web marketing internazionale.

Quale alternativa al percorso completo, è previsto anche un incontro, sempre in presenza, presso la sede di Belluno, in cui saranno affrontati gli stessi temi del web marketing ma in modo più sintetico.

I corsi sono rivolti alle imprese del commercio, industria, artigianato e agricoltura, e prevedono la possibilità di iscriversi separatamente a Treviso o a Belluno.

Calendario
Treviso (Sala Conferenze) ore 10.00/17.00
Mercoledì, 5 giugno 2024 – Marketing Strategico internazionale
Mercoledì, 12 giugno 2024 – Web Marketing internazionale        
Mercoledì, 19 giugno 2024 – Web Marketing internazionale
Scarica il programma completo        

Belluno (Sala Luciani) ore 10.00/17.00
Giovedì, 4 luglio 2024 – Web Marketing internazionale
Scarica il programma completo 
Approfondisci la notizia, i costi e le modalità di iscrizione


Il marketing strategico e il web marketing possono contribuire allo sviluppo del marketing sostenibile, ovvero quell’approccio che punta alla promozione di prodotti e di servizi a impatto ambientale e sociale ridotto. 

Strategia Nazionale per l’economia circolare e Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti

Sul sito web del Ministero della Transizione Ecologica (MITE) è stato pubblicato il D.M. 24 giugno 2022, n. 259 che approva la Strategia Nazionale per l’economia circolare, in attuazione della Riforma 1.1, della Missione 2, Componente 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il documento programmatico individua le azionigli obiettivi e le misure da perseguire nella definizione delle politiche istituzionali necessarie per una transizione concreta verso un’economia di tipo circolare, così da agire, ad esempio, sull’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione, sui criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), sulla responsabilità estesa del produttore e sul ruolo del consumatore. 

Vengono inoltre pianificate una serie di azioni e di target misurabili per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica da qui al 2035.
Strategia Nazionale per l’economia circolare

E’ stato inoltre pubblicato il D.M. 24 giugno 2022, n. 257 che approva il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti, in attuazione di quanto previsto dall’art. 198-bis del D.Lgs. n. 152/2006 e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Riforma 1.2, della Missione 2, Componente 1 del PNRR).

Il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti ha una valenza di 6 anni (2022-2028) e definisce gli obiettivi ed i criteri a cui dovranno fare riferimento le Regioni per la revisione e definizione dei propri Piani di gestione rifiuti, in particolar per quanto concerne l’assetto impiantistico regionale.

Programma Nazione per la gestione dei rifiuti

Consultazione pubblica sulla strategia nazionale per l’economia circolare (scadenza 30.11.2021)


La profonda mutazione del contesto di riferimento ha reso necessario rivedere le linee programmatiche approvate dal Ministero dell’Ambiente nel 2017 (documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Documento di inquadramento e di posizionamento strategico”), in base alle nuove sfide globali.

Inoltre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, in corrispondenza della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 1 “Economia circolare ed agricoltura sostenibile” prevede la pubblicazione di un documento strategico sull’economia circolare.

Tenuto conto di quanto premesso, il Ministero della Transizione ecologica ha quindi pubblicato la nuova “Strategia nazionale per l’economia circolare”, elaborata con il supporto di ISPRA e il contributo di ENEA, con l’obiettivo di definire i nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, la responsabilità estesa del produttore e del consumatore, la diffusione di pratiche di condivisione e di ‘prodotto come servizio’, supportare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, definire una roadmap di azioni e di target misurabili di qui al 2040 e con un focus sui settori strategici (costruzioni, tessile, plastiche, RAEE).

La nuova Strategia si articolerà in alcune di aree di intervento, riconducibili principalmente a:

  • eco-progettazione,
  • bioeconomia,
  • blue economy e
  • materie prime critiche

e comprenderà misure specifiche riguardanti:

  • tracciabilità dei rifiuti,
  • strumenti fiscali di supporto al riciclo e disincentivo alla discarica,
  • diritto al riuso e alla riparazione,
  • riforma dei Consorzi,
  • legislazione End of Waste,
  • Green Public Procurement (GPP)e
  • simbiosi industriale.

Il documento è aperto alla consultazione pubblica e fino al 30/11/2021 sarà possibile inviare i propri contributi all’indirizzo SEC-MITE@mite.gov.it

Sì, la sostenibilità può essere una strategia

Nell’indagine del 2019 dal titolo “Sostenibilità aziendale: una strategia?”, i ricercatori George Serafeim (della Harvard Business School ) e Ioannis Ioannou (della London Business School) hanno evidenziato che, un numero crescente di aziende in tutto il mondo ha adottato e implementato volontariamente un’ampia gamma di pratiche di sostenibilità. Questo sensibile incremento ha portato i ricercatori ad interrogarsi in merito alla natura della sostenibilità e le sue implicazioni a lungo termine per le organizzazioni: l’adozione delle pratiche di sostenibilità è una forma di differenziazione strategica che può portare a prestazioni finanziarie superiori o una necessità strategica che può garantire la sopravvivenza aziendale ma non necessariamente una sovraperformance?

La ricerca utilizza i dati forniti dal gruppo londinese MSCI, il più grande fornitore di dati ESG (environmental, social and governance) nel mondo, per il periodo 2012-2017. Dall’analisi di un campione di circa 3.802 aziende è quindi emerso che, nella maggior parte dei settori, le pratiche di sostenibilità sono convergenti nel tempo. Tale constatazione implica che, in media, le aziende hanno adottato un insieme sempre più simile di pratiche di sostenibilità durante il periodo campione, aumentando la possibilità che stiano diventando pratiche comuni e, in quanto tali, hanno meno probabilità di fungere da differenziatore strategico e più probabilità di essere una necessità strategica. Vengono inoltre esplorate le determinanti della variazione inter-industriale scoprendo che uno dei fattori più importanti associati a un più alto livello di convergenza è dovuto all’adozione di pratiche di sostenibilità da parte del leader del settore all’inizio del periodo campione.

In relazione a ciò, emerge inoltre che c’è una maggiore convergenza nelle industrie in cui le questioni ambientali e sociali sono dominanti, piuttosto che le questioni di governance.

I risultati suggeriscono che la sostenibilità può essere sia una necessità che una differenziazione. Alcune attività di sostenibilità stanno semplicemente diventando “best practice” e quindi sono una necessità. Ma i dati suggeriscono che alcune aziende stanno creando un reale vantaggio strategico adottando misure di sostenibilità che i loro concorrenti non possono facilmente eguagliare.

Per ulteriori approfondimenti clicca qui