Ricerca nazionale sulle Società Benefit 2024


Nel mese di ottobre è stata pubblicata la Ricerca nazionale sulle Società Benefit 2024, con l’obiettivo di studiare questo nuovo modello imprenditoriale, che integra gli obiettivi di profitto con il perseguimento di benefici comuni per la società e l’ambiente. 

La ricerca, che vede tra i partner InfoCamere* e la Camera di commercio di Brindisi-Taranto, insieme a Nativa, Intesa San Paolo, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova e Assobenefit, è suddivisa in due parti: 

  1. si pone l’obiettivo di analizzare per la prima volta l’evoluzione economico-patrimoniale delle Società Benefit e confrontarne l’andamento con quello di un insieme di aziende tradizionali appartenenti agli stessi settori e classi dimensionali. A questo si aggiunge un’analisi strutturale descrittiva dell’universo delle Società Benefit in Italia.
  2. analizza per la prima volta gli statuti di tutte le Società Benefit italiane, al fine di individuare le finalità specifiche di beneficio comune in essi contenute, di categorizzarle secondo uno standard internazionale e di verificarne la materialità; misura quindi il contenuto, l’estensione e la rilevanza degli impegni formalmente assunti negli statuti nei confronti delle persone, delle comunità e dell’ambiente.

Highlights
  • Il fenomeno delle Società Benefit è in aumento: con 3.619 Società Benefit a fine 2023 (+37,8% rispetto all’anno precedente), la diffusione del fenomeno si conferma essere in forte accelerazione.
  • Un numero sempre maggiore si imprese decide di impegnarsi formalmente a generare impatti positivi sui propri stakeholder, al di là del solo ambito economico, registrando una crescita più rapida e performance economiche superiori rispetto alle non-benefit: ad esempio il fatturato nel triennio 2019-2022 è stata riscontrata una crescita del 37% nelle SB, a fronte di una variazione del +18% rilevata tra le imprese non-Benefit;
  • il valore aggiunto per addetto si attesta a 62.000 € per le Società Benefit, contro 57.000 € per le non-Benefit. L’integrazione degli obiettivi di lucro con l’impegno a promuovere benefici comuni per la società e l’ambiente mira a creare un valore aggiunto che potrebbe avere un impatto positivo su diversi settori economici e, in ultima analisi, sull’intero Sistema Paese.
  • Dall’analisi delle finalità di beneficio comune contenute negli statuti delle 3.619 Società Benefit, è emerso che: per il 51,9% dei casi il focus è sull’area sociale (in particolare “Relazioni con la comunità” per il 28% e “Coinvolgimento, diversità e inclusione delle persone” per il 15%), seguita dall’area ambientale (25,6%) e dalla governance (22,1%).
  • Tra le aziende manifatturiere, le Società Benefit sono caratterizzate da un maggiore grado di internazionalizzazione, di richiesta di brevetti, di marchi registrati a livello internazionale e di certificazioni ambientali.
  • La mappatura delle finalità di beneficio è stata realizzata utilizzando lo standard internazionale Sustainability Accounting Standards Board (SASB), riconosciuto a livello mondiale per la classificazione di questioni ambientali, sociali e di governance più rilevanti per quanto concerne i rischi finanziari associati in 77 diversi settori.
  • L’analisi di tutti gli statuti delle Società Benefit, svolta anche tramite il supporto dell’intelligenza artificiale, ha individuato 18.618 finalità specifiche di beneficio comune, con una distribuzione media di 5,8 finalità per azienda.
  • La suddivisione delle finalità per aree SASB rileva che il 32,5% delle finalità è incentrato sull’impatto verso la comunità locale e il territorio, evidenziando il senso di appartenenza al territorio, consapevolezza organizzativa e orientamento all’equità, delle Società Benefit.
  • 8 Società Benefit su 10 (il 78,0%) ha indicato almeno una finalità specifica di beneficio comune materiale, dimostrando consapevolezza su quali siano i fattori critici globali per aumentare l’impatto nel proprio settore. Il dato aumenta al crescere della dimensione aziendale.
  • Alle finalità materiali (in media 2 per ogni azienda), le Società Benefit ne aggiungono altre che meglio interpretano la propria specifica vocazione e che ritengono rilevanti per il particolare contesto economico, sociale e ambientale in cui operano.

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Società consortile delle Camere di commercio per l’innovazione digitale.

Informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche: consultazione pubblica aperta fino al 2 agosto 2024


Facilitare il dialogo tra le piccole medie imprese (PMI) e il settore finanziario, in particolare le banche, sui temi attinenti agli impatti, ambientali, sociali e di governance (ESG) delle attività delle PMI: è questo l’argomento sul quale sta lavorando il Tavolo per il coordinamento della finanza sostenibile promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Con riferimento alle informazioni di sostenibilità delle PMI non quotate, il Tavolo, con il supporto di DG REFORM nell’ambito del programma Technical Support Instrument e in collaborazione con numerosi stakeholder rappresentativi dell’industria, ha sviluppato uno strumento, il “Dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche” che raccoglie 45 informazioni di sostenibilità organizzate in cinque sezioni tematiche e ispirate ad un criterio di proporzionalità in funzione della dimensione dell’impresa. Il Documento si compone delle “Informazioni di sostenibilità dalle PMI alle banche”, la “Guida Metodologica” e mira a:

  • Agevolare lo scambio di informazioni, tenendo conto di criteri di standardizzazione, proporzionalità ed economicità;
  • Aumentare la consapevolezza delle PMI sulle informazioni di sostenibilità;
  • Porre le basi per iniziative di formazione dedicate alle PMI in materia di sostenibilità

Il Documento viene posto in consultazione al fine di recepire le considerazioni del pubblico, con particolare attenzione ai profili di rilevanza e utilità per le PMI e per le banche, alla comprensibilità e semplicità di compilazione da parte delle imprese.

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La consultazione pubblica è aperta fino al 2 agosto 2024. I contributi dovranno essere inviati via mail all’indirizzo segreteriatecnica.tfs@dt.tesoro.it, al quale sarà possibile inviare anche eventuali domande o richieste.

Consultazione pubblica del decreto sulla rendicontazione societaria di sostenibilità: in scadenza il 18 marzo 2024


Si rammenta che il 18 marzo 2024 scade il termine per poter presentare eventuali osservazioni nell’ambito della consultazione pubblica aperta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) relativa allo schema di decreto di recepimento della direttiva (UE) 2022/2464 Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) sugli obblighi di rendicontazione societaria di sostenibilità. 

La direttiva 2022/2464/UE (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato CSRD) si inquadra nell’ambito del Green Deal Europeo e ha lo scopo di promuovere la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle imprese riguardo agli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, attraverso un rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.

La direttiva CSRD è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 dicembre 2022 ed è entrata in vigore il 5 gennaio 2023. Ai sensi dell’articolo 5 (Recepimento), il recepimento da parte degli Stati Membri della CSRD dovrà avvenire entro il 6 luglio 2024.

Durante la fase di consultazione potranno essere inviate proposte di integrazione / modifica del testo, utilizzando le modalità e l’apposita scheda predisposta disponibili sul sito del MEF. I contributi dovranno essere resi nel format dell’Allegato I attraverso la compilazione della colonna “Osservazioni” ed inviati entro e non oltre 18 marzo 2024 via mail all’indirizzo dt.direzione5.ufficio5@mef.gov.it.

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