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Social Progress Index 2024 (EU-SPI): il report che misura il progresso sociale per le regioni dell’UE al di là del PIL


Il 23 maggio la Commissione Europea ha pubblicato il Social Progress Index 2024 (EU-SPI) che misura il progresso sociale per le regioni dell’UE a complemento delle tradizionali misure di progresso economico, come il prodotto interno lordo (PIL). L’indice segue il quadro generale dell’indice di progresso sociale globale:

  • si basa su 53 indicatori socio-economici e ambientali,
  • utilizzando dodici componenti
  • che sono ulteriormente aggregate in tre dimensioni più ampie che descrivono rispettivamente aspetti di base, intermedi e più sottili del progresso sociale.

Ogni indicatore, da quelli economici e sociali, a quelli sul benessere, sulle percezioni e la fiducia dei cittadini, fornisce importanti informazioni e mostra che molto dev’essere fatto se si vuole garantire non solo il conseguimento degli obiettivi della politica di coesione ma la stessa tenuta dell’Unione. Emerge un’Europa divisa:

  • da un lato il Nord, con i Paesi Bassi e quelli scandinavi che ottengono punteggi elevati sopra quota 100,
  • dall’altro i Paesi affacciati sul Mediterraneo e quelli dell’ex blocco sovietico in ritardo. Il dato italiano è allarmante: con riferimento al dato nazionale, le regioni italiane sono più sviluppate solamente di quelle di Bulgaria, Cipro, Croazia, Grecia, Lituania, Romania, Slovacchia e Ungheria. La Campania e la Sicilia si attestano al 207° e 214° posto su 236 regioni europee. Le migliori: Trentino e Alto Adige, rispettivamente 139° e 151°.

Il 60% dei cittadini dell’Unione Europea vive in regioni che superano il punteggio medio di progresso sociale ma se ci si concentra solo sui bisogni di base (assistenza sanitaria, servizi igienici e alloggio) il dato scende al 50%. Anche l’analisi con riferimento agli indicatori “opportunità” e la “formazione superiore” fornisce dati tutt’altro che rassicuranti.

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