Rapporto nuovo = vecchie emergenze: nell’anno della pandemia infatti, , i capoluoghi italiani non migliorano le loro performance ambientali e le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime, riflettendo un sostanziale immobilismo nelle politiche orientate alla sostenibilità .
Tra i dati e le analisi del nuovo rapporto emerge il crollo del trasporto pubblico e l’aumentano delle auto circolanti, con persistenza di preoccupanti i livelli di smog. Oltre al fattore inquinamento dell’aria, anche la matrice acqua desta preoccupazione con perdite della rete idrica: il 36,1% dell’acqua potabile non arriva ai rubinetti, mentre cresce, in parallelo, il valore medio dei consumi idrici domestici: 153,2 litri al giorno pro capite, un +3% rispetto al 2019. In 19 città si disperde la metà o più dell’acqua immessa nelle condutture. Seppur con qualche importante eccezione e 18 best practice (realtà che da Nord a Sud, presentano buoni esempi di sostenibilità non sempre visibili), tra le note positive (che però poco incidono sul trend complessivo) si segnalano l’aumento della raccolta differenziata e dei chilometri di piste e infrastrutturazioni ciclabili.
Il report prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori (che ad eccezione di uso efficiente del suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (ACI e ACI-Istat) derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente) riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilità , ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città : a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione
Per ciascun indicatore ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. Il punteggio finale è successivamente assegnato definendo un peso per ciascun indicatore che oscilla tra 3 e 15 punti, per un totale di 100. La mobilità rappresenta il 25% complessivo dell’indice, seguita da aria e rifiuti (20%), acqua e ambiente urbano (15%) ed energia (5%). È stata confermata la scelta di privilegiare gli indicatori di risposta che misurano le politiche intraprese dagli enti locali (infatti pesano per oltre la metà del totale, il 59%), mentre gli indicatori di stato valgono il 20% e gli indicatori di pressione il 21%.
Nel computo complessivo va infine considerata l’assegnazione di un punteggio addizionale (in termini di punti percentuali aggiuntivi) per quelle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative, gestione efficiente delle risorse e risultati raggiunti in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share. Il bonus assegnato è pari a un terzo del peso complessivo degli indicatori che si riferiscono all’ambito prescelto.
Secondo il Rapporto del 2021 Belluno e Treviso si sono classificate rispettivamente 8^ e 9^ sulle 105 città valutate.
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