La ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop29) è in corso a Baku, in Azerbaigian e terminerà , salvo ritardi, il 22 novembre e il focus principale delle discussioni riguarderà le questioni legate alla finanza climatica, ovvero agli stanziamenti che occorre prevedere per mitigare i cambiamenti climatici e per adattarsi agli impatti da essi derivanti.
Nell’intervento di apertura dell’11 novembre, Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite ha invitato i Paesi partecipanti ad impegnarsi sulle seguenti priorità :
- la riduzione d’emergenza delle emissioni, concordando regole per mercati del carbonio equi ed efficaci. Per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi è infatti necessario ridurre le emissioni globali del 9% ogni anno. Entro il 2030, dovranno diminuire del 43% rispetto ai livelli del 2019. Sul tavolo c’è ancora l’attuazione dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi per il quale si dovranno indicare le regole che governeranno il sistema per lo scambio delle quote di emissioni di CO2. Secondo uno studio della Camera di Commercio Internazionale gli eventi meteorologici estremi legati alla crisi climatica sono costati all’economia globale oltre 2.000 miliardi di dollari nell’ultimo decennio (solo tra il 2022 e il 2023 le perdite ammontavano a 451 miliardi di dollari);
- fare di più per proteggere la popolazione di ciascun Paese dalle devastazioni della crisi climatica. Il divario tra le esigenze di adattamento e i finanziamenti potrebbe raggiungere i 359 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 ai quali corrispondono vite umane sottratte, raccolti persi e sviluppo negato. I Paesi sviluppati devono accelerare i tempi per raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento, portandoli almeno a 40 miliardi di dollari/anno entro il 2025. Se nella Cop27 (a Dubai) la mitigazione dei cambiamenti climatici è stata accantonata, durante la sessione intermedia di giugno numerosi governi e gruppi di governi, hanno rilevato la necessità di sottoscrivere un accordo almeno sul piano di lavoro, in attesa delle nuove Ndc (Contributi Nazionali Volontari) – per le quali occorrerà decidere anche un quadro di riferimento, per evitare che ogni governo le declini a modo proprio -rendendo il transitioning away qualcosa di serio, chiaro, inequivocabile, almeno per quanto riguarda il carbone. Per quanto riguarda il loss and damage, i governi dovranno procedere a un esame del Meccanismo di Varsavia (1) ed esaminare i progressi nel Santiago Network (2) per valutare quanto finora ci si sia attrezzati per fronteggiare precipitazioni estreme, innalzamento del livello dei mari, ondate di caldo o di siccità (il processo dovrebbe essere concluso entro il 2026);
- abbattere i muri dei finanziamenti per il clima per dar modo ai Paesi in via di sviluppo poter affrontare i numerosi ostacoli dovuti a: scarsi finanziamenti pubblici, costo del capitale troppo elevato, disastri climatici devastanti e servizio del debito che assorbe i fondi. Alla Cop15 di Copenaghen (2009) i Paesi ricchi accettarono di concedere 100 miliardi di dollari all’anno a quelli più poveri e vulnerabili per consentire loro di adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Per arrivare a mantenere la promessa è stato necessario attendere il 2022. Infine, alla Cop21 di Parigi si è deciso di fissare l’Ncqg prima del 2025, a partire da minimo di 100 miliardi di dollari all’anno ma basandosi sui nuovi bisogni dei Paesi che dovranno beneficiarne. I negoziati che si sono susseguiti durante il 2024 nelle sessioni intermedie mostrano un mondo diviso sulla questione.
Illustra inoltre i 5 elementi sono fondamentali per il successo:
- un aumento significativo dei finanziamenti pubblici agevolati;
- una chiara indicazione di come la finanza pubblica mobiliterà i trilioni di dollari di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno;
- attingere a fonti innovative, in particolare a prelievi sul trasporto marittimo, sull’aviazione e sull’estrazione di combustibili fossili. Chi inquina deve pagare;
- un quadro di riferimento per una maggiore accessibilità , trasparenza e responsabilità , che dia ai Paesi in via di sviluppo la certezza che il denaro si concretizzerà ;
- aumentare la capacità di prestito delle Banche Multilaterali di Sviluppo, più grandi e più coraggiose, effettuando un’importante ricapitalizzazione ed una riforma dei loro modelli di business, anche per far sì che possano attrarre maggiori finanziamenti privati.
Dovranno inoltre essere trattati: l’esame finale dell’attuazione del programma di Lima sulle questioni di genere, l’attuazione concreta del Global stocktake approvato a Dubai, la tavola rotonda ministeriale annuale sulla transizione giusta, il dialogo ministeriale di alto livello sulle urgenze in materia di adattamento e i negoziati per stabilire il numero di Paesi che sottometterà i primi rapporti biennali sulla trasparenza.
(1) il WIM ha contribuito a migliorare le conoscenze su quali siano le perdite e i danni patiti dai Paesi.
(2) una rete ideata per facilitare l’assistenza tecnica nelle nazioni più vulnerabili di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici.