Il 14 ottobre è stato consegnato il Premio Nobel* per l’Economia 2024 a Daron Acemoglu e Simon Johnson (entrambi professori presso il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, in Massachusetts) e James A. Robinson (professore presso l’università di Chicago, in Illinois) per «i loro risultati, che mostrano come le istituzioni influenzino la prosperità , evidenziano che sostenere la democrazia e le istituzioni inclusive rappresenta un’importante strada da percorrere per promuovere lo sviluppo economico».
Se suddividiamo gli Stati del mondo in gruppi a seconda della loro prosperità , si può notare come da un lato ci sia il 20% dei più ricchi, mentre all’estremo opposto il 20% dei più poveri e che la ricchezza dei primi è circa 30 volte quella dei secondi. La domanda alla quale cercano di rispondere gli studi dei professori, riguarda il perché il divario tra Stati più ricchi e Stati più poveri persista nel tempo, nonostante i passi avanti fatti dai Paesi economicamente più svantaggiati.
Secondo Acemoglu, Johnson e Robinson l’assetto istituzionale è il fondamento della prosperità delle nazioni: se le istituzioni non garantiscono lo stato di diritto, opprimendo la popolazione, anche la crescita economica viene compromessa. A dimostrazione che non si tratta soltanto di correlazione ma esiste un rapporto di causa-effetto, i tre hanno studiato la storia dell’espansione coloniale europea, scoprendo che, spesso, questo processo ha rovesciato le sorti economiche dei territori: quelli originariamente più popolari e ricchi di risorse si sono impoveriti e viceversa. Nella storia il fenomeno del ribaltamento della prosperità si riscontra soltanto nelle ex-colonie.
Gli studi sostengono quindi che i sistemi democratici e inclusivi, che tutelano lo stato di diritto, siano anche quelli che più contribuiscono allo sviluppo economico nel lungo termine. Al contrario, lo sfruttamento delle risorse può sembrare la strada più semplice e profittevole ma soltanto nel breve periodo e per la minoranza che detiene il potere. Â
* il premio per le Scienze economiche in memoria di Alfred Nobel è l’unico che non era previsto dal testamento di Alfred Nobel. Istituito nel 1968 dalla Banca centrale svedese, per celebrare i suoi trecento anni di storia, segue la stessa procedura di assegnazione prevista per gli altri cinque premi Nobel (Chimica, Fisica, Medicina, Letteratura e Pace). Un comitato propone dei candidati e delle candidate all’Accademia reale svedese delle scienze, che li sceglie a maggioranza. Il premio in denaro è di 11 milioni di corone svedesi (poco meno di 970mila euro), divisi in parti uguali.